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Dall’altra parte

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(eva non ha sempre ragione)

Capita di sentirsi fuori tempo e fuori dai canoni di libertà, nel leggere fatti raccapriccianti di cronaca a difesa dell’indifendibile, con stuoli di avvocati del nulla che si ergono a giudici e censori dell’altrui libera espressione, non riuscendo a comprendere l’inganno, l’insulto e l’amoralità di un adulto, che giochi con la propria sessualità, ne faccia un cortometraggio da donare per il sollazzo di pochi intimi, amici o conoscenti che siano, allo scopo becero di schernire una terza persona sentimentalmente coinvolta col soggetto schernente. Azione gretta, meschina, un tradimento di soli istinti, un volgare e basso colpo, bassissimo, tanto infimo da  non comprenderne i perché,  la ragione propulsiva che lo motivi e neppure le tracce di dignità e rispetto per la propria identità di persona o di femmina.

Mettersi nei panni di chi è deriso e beffeggiato, anche solo da pochi intimi spettatori, mi pare già sufficiente per comprenderne stato d’animo e inevitabile frustrazione, anche se dovrebbe essere il soggetto attore a provare vergogna, ma in un mondo all’incontrario come quello Boccacciano, Calandrino sarà cornuto e mazziato, per una logica grottesca che vede nelle vittime un fantoccio da schernire.

Le conseguenze di un atto scellerato,  elaborato e realizzato da una persona adulta in vena di goliardia fuori tempo (ma in piena decadenza, non per un discorso di valori o disvalori), fuori luogo e assolutamente fuori di testa, sono andate oltre ogni aspettativa. E in un era virtuale, la bravata originale e infima, ha catturato come era prevedibile la perversità di molti e il carnefice è finito col diventare purtroppo vittima.

L’epilogo è stato duro, sicuramente troppo, la morte non si augura a nessuno, ma i colpevoli non sono i tanti morbosi che guardano dal buco della serratura, c’è invece un’evidente colpevolezza nell’artefice, nella sua lucida follia, per una imprecisata scelta perversa e vigliacca e plateale, che poi grottescamente ha travolto se medesimo.
Non c’è dubbio, anche questa è violenza, auto-violenza … e violenza psicologica, quella violenza sulle donne e  delle donne confusa con libera gestione della sessualità, che qualora tracimi su dignità e sentimenti altrui sarebbe meglio rivederne i confini, anche a salvaguardia delle conquiste vere di civiltà e personali ottenute a fatica e falsate da una femminilità sbandierata nell’erotismo di massa, che non regge il confronto con l’altra femminilità, quella intima di una donna gelosa del proprio singolare essere tale, che sa gestirne il ruolo in ogni ambito personale e sociale, fuori dallo stereotipo di oggetto del sesso, di cui si tarda a liberare.bancarotta_giustizia

 

 

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