Imparare a fermarsi
sostenendosi nell’equilibrio
d’un confine indefinito
nell’istante che precede
la finale del sogno.
L’istante
che smorza il sorriso
e ridimensiona il brivido
in gelo.
Lascia al cuscino
il ricordo tiepido di tenerezze
che poc’anzi t’hanno confuso
il cielo col pantano
le caramelle coi sassolini colorati.
Fermarsi in equilibrio
sui vetri di una bottiglia
compagna per assurdo
del disperato bisogno d’ascolto.
Caduta libera
su fili assottigliati
giù verso un fondo
che non vedi
che non avresti calcolato mai.
Sprovveduta
passionale
acrobata dell’esistenza
ossimoro in bilico
tra il gioco della realtà
e l’assoluta serietà del sogno
dove uno ad uno vengono scoperte
le mille facce
le profondità
che a nascondino
il compagno di giochi ha scovato.
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