Tante volte le avrebbe voluto regalare un dono speciale
segno di riconoscenza
aveva trovato il modo più improbabile eppur meraviglioso.
A sorpresa in qualsiasi ora del giorno o della notte
la conduceva in auto
dove aveva trovato per esempio un prato fiorito
e ogni volta scovava posti differenti
a seconda della stagione.
Alleggeriva così la pesantezza dei giorni
Interrompeva le malinconie di un litigio
catturando tutto il bello di un paesaggio
oppure un cielo
o un quadro
o un monumento
o un’orchestra di strada
e a quella delicata devozione
che scorreva tra la sua e un’altra vita
non si stancava di dire infinite volte grazie
con l’anima intrisa di un bene speciale
autentico, inaspettato, immeritato
raro.
Ma poi si risvegliava, e non era già più primavera, e i fiori appassivano lontano nei prati e un po’ anche dentro l’anima.
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