Dolorosi silenzi
parole invasive
sotterrate
chiuse in un sentimento
nuovo
inatteso
scoperto per caso
come un atollo emerso
e chiuso ermetico
dentro una forma
di pudore irreversibile
dormiente in una marea
d’amarezza e disillusione.
Un sentimento fatto solo
di parole profonde
che continuano a far rumore
dentro il silenzio
di occhi
che amano “nonostante”
stretto tra mani
che accarezzano
le incognite della solitudine
per salvare spiccioli
di dignità lesa.
Fanno male quegli intervalli
dell’anima
falciati dall’indifferenza
la diffidenza
che li deraglia nel mare
di silenzio
sempre più in espansione
del ponderato tacere
per non causare altro male
per distanziarsi dalle stonature
dai piccoli inganni
da chi blatera amore
non conoscendone
che il mero piacere
quello più a buon mercato
quello che è in piazza
dove uno vale l’altro
e improvvisa parole
di cui conosce il suono
ma non la pesantezza.
L’anima inquieta riposa
nel proprio silenzio
facendosene scudo
ricercandolo nel prezioso sorriso
di un bambino di strada
nel volo delle creature del cielo
nella musica antica
di una fonte senz’acqua e
d’un pianoforte muto
lontanissimo dalle mani
che l’han fatto vibrare.