Passò veloce tra i rami spettinati del gelsomino
era vento, e con sgraziata maniera
li recise
con noncuranza, minuscole manine bianche
in fondo, era quello il suo mestiere.
Un fiore non sa che deve appassire
e non conosce neppure il vento
se non quando ne avverte l’impeto irruento.
Tutti giù per terra
forse pensarono ad un gioco nuovo
e al vento che frugava ancora turbinando i rami
regalarono tutta la fragranza e tutto il candido profumo.
Così in un muto giorno d’estate
il vento di Caino continuò a falciare e falciare … senza punto
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