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Se mi legassero le mani e i piedi
non mi sentirei limitata
come nel tempo che i miei occhi
furono distanti da te
compagno lontano
a combattere una guerra
che non ti apparteneva.

Questo è anche l’uomo.
Vivere d’espedienti
rinnegare i valori
e la bandiera arcobaleno
che da bambino credesti universale bene
unico vero valore da proteggere
da conservare intatto

perchè sano rispetto per i fratelli
che non hanno diverso sangue
ma solo il pensiero
che diventa pregiudizio
prevaricazione
presunta superiorità
degli uni sugli altri.

E gli altri siamo noi stessi
cedendo alla violenza
germe del male assoluto
alcova dell’ inferno
che devasta
la nostra breve gita
su un pianeta che ci ha forniti di tutto

il superfluo, in abbondanza
ma di una misera dote di saggezza
e un’alta dote di stupidità e pochezza
che ci ha condotti schiavi di noi stessi
mercenari dell’unico bene che possediamo davvero
anche se per un lungo breve istante della vita
mercenari di morte.

E tu sorridi ragazzo
imbracciando un arma letale
sorridi per assurdo
in un campo minato
disseminato di inutile odio
per conquistare un terreno
che non sarà mai di nessuno

e dei “nessuno” che vi han lasciato il corpo
non vi sono più tracce
nè lacrime e parole.
Le scriverà la storia
quella che per tanto tempo ha decantato gli eroi
umini folli in verità
uomini di poco senno
di poca lungimiranza.

Delle loro conquiste restan i cimiteri
senza confine e senza nome.
Storia che non avrà giustizia
se di fronte ai generali ancora s’inchina.

Mentre lontano, nei campi dell’EurAsia
delle Americhe o dell’Australia
un giovane pastore sfama il proprio gregge
si strappa le vesti al sole
e parla dei suoi giorni alla luna
e non pensa
non pensa più.

 

 

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