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Ti racconto la pioggia

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Le nuvole erano davvero minacciose, ma non avrei rinunciato alla mia passeggiata in bici. E la pioggia l’ho sempre amata. A primavera è quasi rigenerante, se non si accompagna a temporale. E’ una delle sensazioni più inebrianti e comunque naturali che un umano dovrebbe fare, almeno una volta nella vita, proprio come scelta e non fortuitamente.

Una maglia di cotone molto scollata e una tuta sdrucita dall’usura mi servivano a pedalare in libertà, era ancora presto per i pantaloncini, ai tempi non c’erano ancora quei completi sportivi da cyclist. E le scarpe di tela non di marca mi erano comode e compagne di escursioni anche a piedi.

Chiusi Sissy in casa, perché non  si bagnasse. Quella cagna mi avrebbe seguita di certo, come faceva sempre, mi dispiaceva vederla correre sotto la pioggia, era preferibile lasciarla a casa, anche se la sentivo guaire di tristezza e fui tentata a tornare indietro. Infine vi rinunciai, perché la pioggia stava per arrivare ed era meglio evitare problemi con lei.

Il vento caldo dell’Africa spostava la sabbia sahariana e le nuvole apparivano giallognole e stanche, come se il viaggio lungo le avesse spossate, avanzavano verso il paesello ed io verso di loro, quasi con gioia.

Temevo solo che qualche fulmine scoppiasse improvviso. Invece no, le nuvole avanzavano come una marea che occupa la scogliera, con imponenza ma non prepotenza, e piano giungevano i primi goccioloni e poi con ritmo sempre uguale una pioggia di cascata, ma dolcissima, come carezza, profumata come biancospino, effetto spuma, foglia  vellutata e profonda pulizia, un’iniziazione alla Natura, con e dentro essa, una sensazione che in fondo vorrei, ma ancora non so spiegare, solo sperare di riprovare.

Purtroppo la pioggia non è mai uguale, né le giornate, né le stagioni, e quello che un giorno si è provato è la meraviglia di quel giorno soltanto. Questo lo rende dono, unico e inimitabile, meraviglia e tristezza di eventi ciclici, eppure irripetibili nella loro semplicità, come un giorno di pioggia che ti porti addosso e ancora ne senti e risenti i sapori.

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