Quante volte, nel pronunciare la frase <<Basta la salute..>>, si pensa ad un luogo comune che apponiamo per consolazione a noi stessi e a chi, come noi è in odore di povertà. Solo poi, quando inevitabilmente la malattia bussa alle nostre vite o di chi ci è caro, ne rivalutiamo il significato e la veridicità estrema.
A supportare tale teorema, riporto un aneddoto, quasi un atto dovuto verso Marialena, una “speciale” amica, che come tutte le persone vere e dotate di grande forza e carattere,mi ha insegnato un nuovo punto di vista, riconvertendo il mio concetto di INUTILE.
(Stanza d’ ospedale anno1990, Marialena anni 39 e quattro figli)
<<Signora, le dovremo amputare le dita del piede destro>>le disse l’uomo dal camice verde impantanandosi in uno sguardo amorfo, supportato dalla delicatezza di un tir, che ti prende in pieno.
Una ragazzina, appena adolescente, seduta accanto la finestra della stanza asettica, scoppiò in lacrime e in un colpo solo, attorno alla donna, aleggiarono crisantemi e sinfonie lugubri.
Un singhiozzo isterico prese anche l’uomo sulla cinquantina, che pensò subito con disperazione a tutto il tempo che sarebbe rimasto senza zuppa calda e minestra di ceci preferita, per non parlare delle “sette camicie” che gli sarebbero toccate da stirare e delle pile di stoviglie, che si sarebbero cristallizzate d’uova e d’unto, sul lavello inox!
La signora, stesa lunga sul letto di dolore, ebbe un moto di sorriso, che presto tramutò in gioia manifesta, stampata sulla mimica di un volto sofferente, ma non domo.
Marialena pensò al suo concerto, al violino lustro e ben conservato delle sue primavere.
Al medico, che la guardava stranito chiese: <<Solo le dita del piede?… vivadio!! … quella spina è stata clemente …, si è presa di me una parte “inutile” …>>.
Così disse, guardandosi l’estremità incancrenita dal diabete.
-Una parte davvero inutile- ripetè convintamente ! <<Pensi, se mi avesse contaminato le dita della mano … mai più avrei potuto suonare Verdi o Vivaldi, Mozart o Bach … vivadio … vivadio!!…>>.
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