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La forza di Gemma

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bimba

 

 

Si nasce e si muore come tutti ma anche per queste due azioni ci sono variabili dalle differenze abissali, consequenziali al solito caso e alla dissennata e ipovedente fortuna.

Gemma non era rassegnata all’infelicità che le profondeva la vita fin dal suo apparire, né doma o addomesticata, come un criceto impazzito che ruota nella sua prigione, dove sembra divertito come un bambino al luna park, mentre invece consuma la propria condanna.

La sua testa cercava risposte. Cercava di capovolgere le avversità come si rivolta un cappello e lo si mantiene in equilibrio sulla testa, malgrado vento e spifferi. Aveva imparato a lottare contro un nemico fin troppo sleale,
e vittorie e rivincite non sarebbero mancate a saldare debiti
ed a tamponare emorragie d’infelicità.

La forza della rassegnazione è la decadenza che suggella la vera fine. Gemma continuava a combattere fino all’ultimo strale, per far sì che diventasse il penultimo, in un continuo divenire.

Sulla tastiera della vita, batteva il suo destino in una tabella, siglava il corso delle cadute e dei successi, note stonate ed atone si addossavano ad inni acuti da contralto, anche quando, e sempre più spesso, profonde pause fendevano colpi bassi.

Gemma ritrovava nel suo nome la rinascita ad ogni primavera
e consegnava al passato i pungoli del cuore e della pelle,
sigillandone il dolore, come se non fossero mai accaduti,
perché ricordarli sarebbe stato riviverli a ripetizione.

Le strategie erano dettate dall’entusiasmo o da formule di antichi dogmi, che si rivelavano fallibilissimi, sebbene accompagnati dalla risata che le sollevava il morale, l’allegrissima risata di nonna, l’unica mentore della sua vita, che le suggeriva sempre dei consigli assolutamente sbagliati, non attuabili e alquanto bizzarri, di cui non era consigliato tener conto. E in effetti nel non seguirli riusciva a trovare una quasi soluzione alle tante trappole di percorso.

Fallire e ricadere, rialzarsi e ripartire, era quella la strada, unica e a senso unico, e dal risultato non definito e definibile, nonostante le varie e molteplici scuole di pensiero.

Poi la nonna morì e tutti i consigli e le sue risate mancarono. Il dolore interiorizzato divenne così forte che Gemma si ammalò, e ciò fu subito evidente: le si spense il sorriso. Incominciò a vivere sperando di raggiungerla presto.

Invece arrivò il padre, un semisconosciuto che la portò con sé. Gemma si ritrovò in un altro “pianeta”, in una nuova aliena famiglia, dove in fretta sbocciò e appassì. Seguendo il corso immutabile della fiori-nascita
natura.

 

 

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