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Casa Jo

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pianoforte garden

 

 

 

 

Un’ampia sala con le porte aperte
finestre dalle tapparelle rotte
che ritraendosi stridono
in un rintocco di lamiera.

I mobili senza più ante
bocche pullulanti di tarme invisibili
mostrano interni in disordine
scie di vesti profumate da gocce di lavanda
e paltò sdruciti, fuori moda.

Lo scrittoio di faggio riversa come in un rigurgito
un blocco di fogli che annotano la vita
codificata in anni e stagioni di foto
figli malanni e ricette.

Quasi a non scordarne le assonanze fortuite
e le dissonanze incongruenti al presente.

Al divenire che non ha più orizzonti
ma procede
monotono battito del cuore
malandato strumento
discordante
incerto
infido

e sempre più lento
come il ballo della signora russa
grassa ed ansimante
che abbraccia il baby fidanzato e ride
perché forse sa che la risata allevia i malanni
e la vodka bollente li affoga.

JOB Shawne Fielding, architetta d'interni, Zurigo 1La signora russa, ridanciana
con la sua borsetta di coccodrillo
ha pena dello sguardo triste e non capisce
che io ho pena di lei
ed ancor più dell’alligatore (umano)
che la sostiene.

Mi dice qualcosa
senza guardarmi e stavolta
non capisco io
Poi mi offre del fumo
<Sorry> rispondo, e vado via.

I miei pensieri invece
son tutti lì, tantissimi
sull’appendiabito riverso
come corvi ammaestrati.

Non occupano spazi
non arrecano danni o rumore
ma non mi seguono affatto.

Capisco che resteranno lì
senza me
in quella che prima era casa.
La mia.

la-casa-sottosopra-Szymbark

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