Camminava sempre più velocemente
mentre le parole lo inseguivano
e lo travolgevano
buttandolo in terra
nello scoramento e nella solitudine.
Quindi non fu solo
e solitudine gli parlò
lo sostenne
alleviandogli il peso di quelle parole laconiche
pronunciate con l’intento di chiarire
di ferire
di chissà quale motivo
ma che in fondo erano solo voce.
Non si spiegava perciò quanto facessero male
pioggia di meteoriti
fendenti le sensibilità
aperture di varchi dolenti
da cui prendeva sapore l’amaro dell’odio
il contundente ferro del sarcasmo
lo svilente approccio dell’incomprensione
la vaga ilarità della derisione
la ciecità dell’indifferenza.
E dell’amore?
_File not found_
di tutto quel bene provato
si erano perse le tracce
le scarpe
e le gambe
restava una testa confusa
con nel cuore uno spicchio di luna crescente.
Non trattenne il vento
quell’impeto che parte dalla bocca dello stomaco
e spinge fin sopra agli occhi
nel loro interno e
finisce per piovere
staccando le gemme dell’albero
dell’orgoglio ammansito
rilasciando foglie con la scritta
_Mi spiace_
sul lungo viale
che disperde la memoria
la consegna all’oblio
per dimenticare
per scordarsi di lei
e di tutte le altre
che le assomigliavano tanto
foglie di una buona donna
certo figlie di un unico
avvilente perduto amore.
Perduto
o forse confuso
mai veramente trovato.
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