(Epilogo tragicomico di un talamo)
Dai che te la racconto in brevissimo
Tanto a farla lunga come Penelope
non se ne comprenderebbe meglio il nesso
Lei e lui e il solito compromesso
il prete i testimoni il ristorante
gli auguri e figli maschi
due tre per l’esattezza
che più non è concesso
Un uomo vero la conforta la compagna in dolce attesa
non sacramenta per la cucina e per la spesa
Tiene la mano alla sua donna
durante il travaglio
non fugge come un cane senza guinzaglio.
Un compagno svegliandosi di notte canta una nenia al suo piccino
Non impreca condannato al più terribile destino.
Porta se può i figli a scuola o al pallone
li fa divertire al parco o alla televisione
Fa il padre semplicemente
e con piacere anche il marito
e basta solo quello per toccare il cielo con un dito.
Un lampo e son già avanti
e la moglie un po’ invecchiata
riscoprire tenerezze
nella stagione passata o
forse riconoscenza
o magari solo affetto
non certo evidenziare con sarcasmo ogni difetto.
Uomini immaturi
che quando la compagna di una vita si ammala
fuggono come lepri
cercando una maiala
Meglio perderli ‘sti esseri balordi
fantocci di cartone
inutili quanto ingombranti
Una donna sola rinasce
si reinventa, sa dar vita
alla speranza
rende vera ogni scintilla
di delicata emozione
e col rimpianto, compianto
ci scrive una canzone.
…E il talamo poi in fondo
è solo un grande letto
che è meglio dormirci soli
che arrotondare per difetto.
by