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Tra storia e leggenda: il Campanile

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Uno splendido sole lucente, è l’effigie di uno dei paesi più antichi di Puglia. Nel cuore del Salento, la magica Soleto, insieme ad Ugento, fu per secoli, l’unico agglomerato urbano di rilevanza, mentre, sparse nella campagna numerose masserie  si popolavano nelle stagioni della transumanza, delle messi o della vendemmia, ma anche come testimoniano scultorei ulivi, nei mesi della raccolta per la produzione dell’olio d’oliva .

campanileIncastonata come gioiello, unico e prezioso, del centro storico in Soleto, appare l’elegante guglia campanaria, ivi custodita dalla notte della notte dei tempi. Il singolare edificio monumentale, è un’eccelsa torre guardiana che sembra preposta a controllare il paese ed i suoi laboriosi abitanti. Nell’edificio bassorilievi adorni di maschere e grifoni, nascondono la firma dell’autore e dei suoi collaboratori, cioè il demone e i fedeli folletti. Di questi ultimi si racconta che in passato abitassero il paese e prendessero le sembianze degli abitanti e degli animali del luogo.Tutte queste dicerie furono  collegate alla leggendaria costruzione della guglia, esecuzione assai inverosimile e tribolata. Molte maestranze si alternarono  nei lavori e trascorsero addirittura dei secoli, prima che l’opera giungesse al termine. Sembra che come per un maleficium il capomastro precipitasse irrimediabilmente lasciandola incompleta. I paesani  con la testa rivolta verso l’alto, guardavano l’incompiuta e giuravano che dai cornicioni degli architrave si scorgessero le faccine puntute e beffarde degli “sciacùddri “che ridacchiavano divertiti.

Il patto sciagurato

campanaroSi racconta che, dopo un assai lungo periodo di stallo, il parroco della cattedrale, ormai anziano, desiderò fortemente portare a termine i lavori, ma aveva ormai consultato tutte le maestranze del luogo e di oltre confine che conoscendo la triste sorte dei predecessori, si guardavano bene dall’ottenere l’appalto! In una concitata preghiera, preso da impazienza e sconforto, minacciò che se i santi non l’avessero esaudito entro quell’anno si sarebbe rivolto perfino a satana. Così avvenne che nella notte di Natale . prima della Veglia di Mezzanotte,il prete sentì una voce che lo chiamava dall’alto della guglia.<<Monsignore!Monsignore!>>mugolava con tono terrificante, poi stridulo si udì il cigolìo  di un pesante portone, attraverso il quale una vorticosa corrente d’aria, lo risucchiò e senza neppure muoversi si ritrovò in pochi istanti sospeso, davanti al mascherone della trave incompleta. Il parroco reggeva ancora in mano la candela che stava lì lì per porgere davanti alla grotta e… dalle stalle alle stelle la fioca luce mostrava ora un omone spaventoso e arcigno.

Come avrebbe preferito il povero prete di esser rimasto umile e adorante ai piedi della capanna, perfino nella mangiatoia al posto del gramo asinello, piuttosto che in quella posizione estrema! La voce terrificante, ora vicinissima percorse ogni remoto angolo della guglia, assordandolo:<<Monsignore! Monsignore, ho accolto la tua invocazione e ho da farti una proposta!>>, il prete con una voce così bassa da sembrare proferita dai piedi, rispose solo: <<Ditemi…>> e poco mancò che si inchinasse.<<Io,vi sottoscrivo la promessa che in questa stessa notte, dal rintocco della mezzanotte completerò il campanile, poichè nel mio spirito, vi è lo spirito di tutti i maestri caduti nel corso dei lavori, ma voi  in cambio per sette anni il venticinquesimo dì d’ ogni mese, dovrete farmi dono di sette neonati vestiti con  tunica senza cuciture e di lana bianca, filata e tessuta da sette fanciulle non ancora maritate>>.

Il parroco, che stava già per perdere l’equilibrio oltre all’uso della ragione, per liberarsi velocemente dall’incubo e tornare alla sua funzione natalizia, accettò il folle patto e in un istante fu di nuovo in chiesa, col suo cero in mano, pronto ad illuminare la grotta del Bambinello.

Celebrò la liturgia del Natale con voce tremula e colpi di tosse, pervaso da uno stato di agitazione del quale si giustificò verso i suoi fedeli attribuendolo ad un improvviso malanno stagionale.Nessuno capì cosa gli fosse accaduto realmente, tutti uscirono dalla chiesa ignari, tranne la perpetua. Ella non credette alla storia del malanno, pensò infatti che se di malanno si fosse trattato, di sicuro aveva cause davvero molto particolari!… Insospettita e preoccupata, appena tornati in canonica tallonò il poverino  con mille domande,senza però ottenere risposte. Anzi per evitare ulteriori pressioni  il prete si ritirò nella sua stanza senza toccar cibo,infilandosi nel letto con l’abito talare,tanto fu il bisogno di trovare nel riposo un po’ di quiete.

Ma l’incontro col demone del campanile lo teneva in agitazione, poichè lo aveva rapito e poteva farlo ancora! Certo,avrebbe realizzato il suo sogno di veder completata l’opera ,ma quale sciagurato patto per sette anni! Tanti innocenti condannati alla perdizione!, oltre all’anima sua che non poteva più essere salvata! No, non avrebbe potuto sottostare…<<Vade retro!!!>> pronunciò a voce alta, così che la Perpetua udendolo, entrò nella stanza con l’autorevolezza di una madre ,essendo stata anche la sua nutrice e provò a dargli conforto. Il prete, non oppose più resistenza, confuso e perso le raccontò ogni cosa… perpetuaLa perpetua,donna saggia e astuta, dopo averlo ascoltato attentamente gli suggerì: <<Tu farai, tutto ciò che ti ha chiesto il dannato, e avendoti chiesto”neonati”, gli porterai sette gattini ben pelati, vestiti nel modo richiesto, vedrai che “quello” non si accorgerà di nulla!>>.

E così fecero. Non fu difficile, trovare sette fanciulle senza marito e confidando nel segreto della confessione le persuase a filare e tessere le tuniche di lana come penitenza. Con l’aiuto del sacrestano e alcuni fedeli , riuscì a procurarsi i gattini da donare  al demone, che si rivelò un essere tanto terrificante quanto stupido, da scambiare dei miagolii per vagiti!

Il trucco fu dunque vincente e la guglia in una notte sola venne ultimata! Splendida, elegante con i suoi angeli e i suoi demoni sospesi in cornicioni abilmente incisi con decori e rifiniti dettagli, intarsi di abile mano d’artista. Trascorsi i sette anni il prete morì e lo seguì dopo poco tempo   la perpetua ormai ultracentenaria, portando con sé il segreto del diabolico accordo. I Soletani ebbero finalmente il loro bel campanile  da rimirare  ogni giorno, senza stancarsi di elogiarlo osservandolo da ogni lato, tutti concordi nel dire che un’opera così perfetta non si era mai vista prima! campanileAnche nei paesi vicini fu ammirato ed invidiato tanto era di bella fattura, tentarono da più parti di costruirne uno similare o addirittura più bello ma le guglie delle loro chiese  non arrivarono mai, né in altezza , né  in bellezza neppure la metà di quello soletano. Si rassegnarono all’idea che l’opera non potesse essere uguagliata perché costruita con la forza del “maligno”.Tale dicerìa, si sparse per tutto il Salento, dove correva voce che in paese, avvenissero strani eventi che davano la conferma della presenza di “sciacuddri”e”macàre” .

Storie, aneddoti, dicerie, frutto della fantasia e della credenza popolare, hanno reso magica Soleto, la cittadina salentina che veramente magica ha la sua raffinata Guglia campanaria, svettante nel cielo del Salento, attrattiva di viandanti , “incantati”solo dalla sua arcaica rilevante bellezza.

 

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