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Resta in me l’ammirazione per quanti sanno leggere nei fondi del caffè. Mi rammarico di non essere in grado di farlo, io che in età prescolare ho sempre guardato al cielo, per interpretare le nuvole, fantasmi che si sa mutano forma sospinte dai venti, che ne dirottano il verso ed il senso,  ammassandole e  disperdendole: espressione metafora dell’umano essere.

Le emozioni si palesano sul volto, nonostante noi, e nostro malgrado. Le si vorrebbe talvolta nascondere, ma le espressioni del volto hanno vita propria ed autonomia improvvida, che ci rivela nudi, dandoci la certezza che se non siamo dei bravi attori, il nostro ego più spontaneo viene a manifestarsi,  prevalendo sulla maschera protettiva.

La forzatura di un sorriso o di una tristezza non contiene  verità e quando  siamo sinceri è facile che entrambe siano accompagnate da una bagna di lacrime, che l’occhio da sempre metaforizzato come specchio dell’anima, tracima.

Ma è anche vero che la mimica delle espressioni non è che uno specchietto per allodole,  per grandi fingitori e fingitrici,  cimentatisi a confondere platee, riscuotendo successi incredibili ma fatui, per chi, conoscendo la sofferenza e la sincerità, nutre seri dubbi sulla veridicità di lor signori.

L’ingenuità ha un limite, che segna la decenza ed il rispetto per la propria intelligenza, e quando la misura è colma, non palesare il  disappunto fingendo accondiscendenza è follia, distruzione della più elementare dignità dell’ego.

Dubitare è un lusso che la mente deve concedersi sempre, come anche aver fiducia in maniera totale, ma senza sconti affettivi e privi della bontà di giudizio verso qualsiasi immagine, espressione di sorriso ed amarezza a prescindere. Così,

E’ il ritratto di chi si trascina ruvidi problemi irrisolti senza aver perso la generosità di chi ha poco da offrire, perchè ha già dato, tutto, fino a pagare anche debiti non suoi.

Un volto che per esprimere sé ha bisogno di ascolto, elemento essenziale di un codice nascosto, in grado di aprire  ad espressioni nuove e sorrisi incontenibili, che possono farsi beffa della vita futura.

La Vita, che ha sempre saputo fingere come nessuna espressione potrebbe mai.

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