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L’esorcista

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Il capitolo precedente è Apporti.

Composi il numero col cuore in gola, emozione, timore di non essere creduta o di ciò che mi sarebbe stato risposto. Infine, dall’altro capo, mi rispose un signore che dalla voce giudicai piuttosto anziano. Parlai io per prima. Tutto d’un fiato. Non mi interruppe mai. Dal suo silenzio pensai di averlo stupito, che mi avrebbe rivolto domande, chiesto spiegazioni. Niente di tutto ciò. Rimasi delusa, ma poi realizzai che forse  lui con l’inspiegabile, il soprannaturale, aveva un rapporto diverso. Forse era abituato a frequentare luoghi preclusi alla mia ragione.

-Evidentemente quella Madonnina sta meglio in tasca sua che nella mia. La conservi sempre .- Queste furono le sue testuali parole, scevre da un benché minimo stupore o diffidenza.

prete-di-spalleLa conservai e ne ebbi cura: tuttora si trova dove mi apparve la prima volta. E proprio oggi, ripensandoci, mi sono fatta un regalo. Sono riuscita, con difficoltà e vincendo la reticenza del suo assistente, a rintracciare il mio “esorcista”, ormai molto anziano ma sempre lucido. Gli ho ricordato l’accaduto e ancora mi ha ripetuto le stesse identiche parole. Con voce diversa, più acuta, sottile e incerta. Ho pianto. E in quel momento l’ho amato…

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