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Le lacrime della notte
bevute dalla gommapiuma del cuscino
rivestito di seta e profumo della cannella di biscotti sbriciolati
e la lavanda della saponetta.

Un caldo vento dalla stufa asciuga le guance
aspirando gli umori brutti
intanto che i sorrisi si diramano nei ricordi
affollando gli occhi

quali trasparenti e filiformi farfalle ubriache passeggere
tra colori d’un libro più volte letto
per apprendere l’arte di trasformare i bruchi
nascosti negli album delle foto
il cui ricordo avrebbe potuto far male
ma da tempo non più.

Indietreggiano le notti
del tuono profondo
certe sere non si evita la tempesta
improvviso torna l’autunno e i suoi lamenti di vento tra i rami stanchi
e il pensiero pesante
sempre troppo vicino al cuore.

Tra le dita
una chitarra, il suono incauto delle malinconie
pare abbia braccia
note che azzerano il rigetto degli abbracci viscidi
e della solitaria acerba illusione come la gioia nei giorni delle feste imposte.

Trascorsa un’altra notte

Volto rivolto al sole e voce silenziosa
le parole tacciono incomprese
e si dimenticherà il male di quelle che ancora feriscono
il dispiacere vinto dalla speranza prevale
mentre una frase sciocca letta sul foglio accende un sorriso
come fosse la musica del cuore
per ciascuna nota una carezza vera
nei giorni di sole e di pioggia

una gentilezza è un bijou che risana
e-vado.

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