Ginevra

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cestaia

 

 

Ginevra intrecciava i giunchi
e pensava all’inverno
parlava veloce al gatto
e fermava con le dita il silenzio
di una notte pesante
che faceva rivivere
ogni promessa maldestra
di chi non è avvezza all’astuzie

Ginevra s’accarezza le mani
e manda un bacio ad ogni stella
sorella, che friccicando ricambia

Non erano stati anni facili
e pensare tanto era stato un dolore
che indeboliva
le difese ormai assottigliate
dagli schiaffi dell’incomunicabilità
e dalla legittima ricerca
della felicità spicciola

Rileggeva sui quaderni
gli appunti che raccontavano
macchiette di vita
vissuta o immaginata

E mentre foderava la copertina
colorata del romanzo preferito
si accorgeva che una per una le pagine
si staccavano dal libro
e volavano via
allontanando ricordi
sogni e piccole gioie tristi

Ginevra non sarebbe tornata sui suoi passi

Ciò che il destino disperde
nessuno può ricomporre
e intonando una vecchia canzone
riprendeva coraggio a sognare
respirare
e sorridere ancora, per riscrivere

una nuova pagina
e una pagina nuovamano-che-scrive

 

 

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