E la felicità
canta
scrive
parla di te.
Rallegrando anche la malinconia
di giorni attesi
spalmati in un sogno
speso in un cinema di marzo
e in un cliché di stagioni, degli anni a venire.
Nascosti bene, in un pacchetto di patatine
dove incollarsi le dita
e ritrovarsi negli occhi
la medesima voglia
la stessa maglia, un po’ stinta
la smorfia della bella gioia
sorpresa
presa e compresa.
Compressa
nell’anima tua
che ora sembra la mia
e la mia sarà
per ogni nuovo desiderio espresso
con la stessa faccia stupita
quella che il cuore riconosce
alla luce della luna
al bagliore del sole
o nella penombra del vento
di un autunno vicino alla mia età
e alla tua
musica e poesia
ancora in allestimento
sul palco d’un teatro
o d’una spoglia soffitta.
Provando parole
paure
allungando l’attesa
prima che sia resa
prima che sia parte dell’anima
l’ostinata anima che s’apre
solo se riconosce amore.
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