Aura era già sposa
mentre Danilo aveva preferito comprare un cavallo.
Il giorno e la notte trascorsi in galera
a sorvegliare gli angeli del male
erano stati l’input per fare la pazzia
spendere fino all’ultima lira dell’esiguo stipendio
per l’acquisto
dell’eclettico equino che più di ogni altro
avrebbe potuto soddisfare
il senso di libertà ecologica che davano il vento al galoppo e
la pace rilassante del trotto
quella specie di ritorno nel grembo materno o sulle ginocchia del padre.
Passava spesso al negozio
e le dava un occhiata con gli occhi buoni
del bravo ragazzo.
Lei faceva finta di non accorgersene
ma s’era affezionata a quella visita clandestina
e silenziosa.
Quando non era di turno e lei non era al negozio
lo vedeva passare come un cavaliere d’altri tempi
L’agile elegante postura e lo sguardo rivolto
al futuro.
A quel destino che li aveva visti divisi
per quelle parole non dette
nell’autunno troppo breve
di una festa di diploma
quando il ballo lento
era stato interrotto da una preghiera.
Troppo presto e troppo tardi.
Le parole erano sospiri
che nessuna poesia può eguagliare
Ma la paura di rovinare per sempre
un’amicizia immensa, ne impediva il manifestarsi
perchè si sa che un’amore anche se grande può eclissarsi.
Un’amicizia speciale mai.
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