Non è semplice parlare con Margherita
lo è parlare di lei
che se si piega a raccogliere un fiore
non è mai per sé.
Capelli legati sulla nuca
si portano a spasso pensieri
domande desuete da bambini
un po’ stupiti ed un po’ timidi.
Aderente ad un ricordo
ogni sospiro
legato ad un’orchestra
il suo pensiero più armonioso.
Negli intervalli che precedono ogni incontro
sibila
col cuore che sbatte tra le ciglia
tutto il suo patema alla luna
in un concerto per l’unica presenza
che non va via
ed ascolta il racconto antico
della ragazza innamorata
dell’ombra, che sfiorisce all’alba
e forse ritornerà
oppure no
incertezze e dubbi di ogni battaglia
quando l’implicita paura
di perdere la vita
pervade un corpo senza anima
o di troppa anima.
Margherita suona e muore
ad ogni abbraccio del sole
che si porta via l’unico volto
che ama senza conoscenza
senza cosciente dignità.
Si sorregge al lampione
ubriaca di sogni
e parlano gli occhi
mutano in canto i sentimenti
del suo corpo
nascosto dalla notte
che vuole esserci con forza
e che la notte illumina.
Una donna scende dall’auto
e mima un bacio sulla punta delle dita
l’accompagnatore sembra felice
mentre si allontana.
Tutte le sere uno differente
e tutte le sere la stessa
ostentata
ilarità.
Non comprende Margherita
la gioia inconfessabile
di un amore in affitto
lontanissimo dai sogni
che la fiaba tinta di azzurro paventa
e la vita reale riporta in un nero tessuto
con denaro
che ne modifica l’aspetto
che ne modifica il rispetto
che ne deforma la trama e l’ordito.
Rispetto che nessuno le serba ormai più
ma sono in molti ad amarla davvero
tranne se stessa
Scissa ogni notte
tra tenebra che la conforta
e luce che la confonde
che la forgia
in quell’altra lei
nella sua, ostinata, ombra.
by