Forse proprio in quel momento la mia biologia molecolare cominciò ad alterarsi. Il DNA cominciò a confondere i suoi codon-nonsenso e il cromosomi 15-17 a scambiarsi pezzetti. Ma tutto questo l’avrei scoperto solo dopo circa 20 giorni. La quotidianitá intanto aveva inghiottito i pensieri nella sua lenta monotonia, almeno fino a quando cominciarono ad affiorare sulla pelle strani lividi. Qualcosa, o per chi crede agli Angeli, Qualcuno, mi spinse ad indagare contro il parere del mio stesso medico. “Ipocondria”era stata la diagnosi. Non credete a chi vi dice che ci si accorge di essere a fine corsa: io fui avvisata da una telefonata.. -Ecco- pensai mentre tutto il sangue sembrava defluire nelle parti declivi- ecco il messaggio che mi era stato mandato attraverso la mia piccola bimba.
Piansi disperata per tutto il tragitto verso l’ospedale. E non c’era dignitá in quel pianto. E nemmeno speranza. Solo paura, rabbia, rifiuto, ma anche la luciditá di una diagnosi impietosa che avevo giá fatto.
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